In un venerdì di novembre io e Carolina siamo partite: destinazione Copenhagen. Davanti a noi un weekend lungo da passare assieme alla scoperta della capitale danese.
Com’è che ho deciso di viaggiare da sola con mia figlia di 9 mesi e lasciare metà della famiglia a casa? Se mi seguite su Instagram e avete guardato le mie stories nei giorni in cui ero a Copenhagen, forse ve lo sarete chiesto.
La verità è che è stata una scelta che ho preso senza pensarci su troppo, senza pensare a quanto sarebbe stato faticoso o a come me la sarei cavata da sola in giro per il mondo con la piccola Carolina al seguito.
La verità è che quando viaggiare è la cosa più importante della tua vita, sei disposta a tutto pur di partire!
In viaggio con mia figlia di 9 mesi
Se volete sapere com’è stato questo viaggio, il primo aggettivo che mi viene in mente è: faticoso. Proprio così, non è stato facile viaggiare da sola con mia figlia di 9 mesi. Ci sono stati momenti difficili da gestire. Momenti in cui lei piangeva e non ne voleva sapere di stare nel passeggino, non ne voleva sapere nemmeno di stare in braccio. Momenti in cui aveva sonno, ma non voleva dormire, altri in cui aveva fame, ma non voleva mangiare. Insomma cose di ordinaria amministrazione con una bambina di 9 mesi. Solo che se sei a casa assieme al resto della famiglia, ti sembra tutto normale. Se sei in un paese straniero, in viaggio, da sola, allora ti sembra tutto molto complicato.
A questo punto vi chiederete perché? Perché partire da sola con lei? Perché fare tanta fatica? Perché non starsene a casa tranquille senza complicarsi la vita?
La risposta è molto semplice: perché amo viaggiare e perché penso che avere dei bambini piccoli non ti impedisca di farlo.
Questa è stata la motivazione che mi ha spinto a partire e a provare a vedere cosa voleva dire viaggiare da sola con mia figlia. Poi ci sono i motivi secondari.
Primo: mio marito lavora troppo! Non ha tempo di viaggiare tanto quanto vorrei farlo io. Per tanto tempo mi sono adattata. I viaggi in famiglia rimangono la cosa che preferisco fare in assoluto, ma ci sono momenti dell’anno in cui io posso partire e lui no e quindi mi sono chiesta se sia giusto rinunciare sempre ai viaggi che potrei fare anche da sola.
Secondo: a mio marito (sempre colpa sua!) non piace viaggiare in aereo. A lui piacciono i lunghi viaggi on the road in macchina. Anch’io amo questo tipo di viaggi, ma per farli bisogna avere almeno 2-3 settimane a disposizione, insomma un sacco di tempo. Inoltre ci vuole molta organizzazione e risorse economiche perché essendo viaggi lunghi, sono più dispendiosi. Questa estate siamo stati in giro per l’Europa in macchina, siamo arrivati fino in Olanda. E’ stato bellissimo e sicuramente ci saranno tanti altri viaggi simili. Ma non ci sono sempre il tempo e le risorse per fare viaggi di questo genere. Invece partire in aereo per 3 giorni può essere molto economico e meno impegnativo se si organizza con largo anticipo.
Terzo: sto ancora allattando Carolina, a 9 mesi, metà della sua alimentazione è costituita ancora dal mio latte, quindi per forza di cose se volevo partire me la dovevo portare dietro. La scelta che dovevo fare era tra partire da sola tra tanti mesi oppure partire con lei subito. E ovviamente ho scelto la seconda.
Come mi sono organizzata per la partenza
Le parole d’ordine di questo viaggio sono state: portare solo cose realmente utili.
Trattandosi di un viaggio di 3 giorni, ho deciso di partire solo con il bagaglio a mano e per rendere i miei spostamenti più semplici ho preferito usare uno zaino piuttosto che una valigia. In questo modo avevo entrambe le mani libere per occuparmi di Carolina.
Nello zaino ho messo una tutina di lana, un cambio completo, un pigiama e la tuta imbottita per Carolina e un cambio per me. Io sono partita già con il piumino pesante addosso, cosa che mi ha fatto fare la sauna nel mite clima romano di novembre, ma non avevo spazio per portare un cappotto in più.
Nello zaino ho anche inserito una fascia porta bebè. Sapevo che era troppo pretendere che Carolina stesso esclusivamente nel passeggino e tenerla in braccio sarebbe stato impossibile.
In tutto ciò ho avuto anche la pretesa di fare fotografie e video, quindi molto dello spazio dello zaino è stato occupato dalla macchina fotografica e dal cavalletto portatile per il telefono.
Mi sono portata dietro degli omogeneizzati per essere sicura di avere qualcosa da dare da mangiare a Carolina a pranzo e a cena, senza dover diventare matta a cercare un posto dove comprarli appena arrivata. Io generalmente non uso gli omogeneizzati, ma pernottando in albergo era impossibile organizzarsi diversamente. Infine ho contato il numero esatto di pannolini che avrei usato e li ho inseriti nello zaino assieme ad una bustina di salviettine umidificate.
Le regole d’oro di sopravvivenza
♥ Non pretendere di fare tutto quello che fareste come se foste in viaggio da sole.
♥ Mettere in conto che, per quanto la vostra lista di cose da vedere sia stata fatta “a prova di bambino”, sicuramente dovrete rinunciare a qualcosa.
♥ prevedete dei tempi di riposo assoluto. Le nostre giornate iniziavano presto (Carolina si sveglia verso le 7) ma intorno alle 16 eravamo in albergo e passavamo il pomeriggio in stanza in tranquillità.
♥ scordatevi le cene fuori. In genere i bambini sono stanchi la sera e portarli fuori diventa davvero difficile. Organizzatevi per mangiare in albergo se ha un ristorante o comprate dei panini, delle insalate pronte o qualsiasi altra cosa che vi permetta di magiare senza dover uscire.
♥ se il vostro biglietto aereo non lo prevede, comprate il priority boarding. Salire per primi sull’aereo senza fare la fila e sistemarsi con calma non ha prezzo.
♥ trovate una sistemazione comoda dove pernottare, in una posizione facilmente raggiungibile e ben servita in modo da poterci ritornare in qualsiasi momento senza dover percorrere km a piedi e che abbia almeno un supermercato vicino per qualsiasi evenienza.
♥ mettete nella borsa termometro e Tachipirina. E’ improbabile che vostro figlio/a si ammali, ma se dovesse succedere avrete l’indispensabile per affrontare la situazione. Trovarsi in un paese straniero da sole, con un bambino con la febbre non è piacevole.
In questo momento vorrei abbracciarti e dirti che mi ritrovo in ogni tua parola!
Bravissima per aver condiviso questa esperienza senza filtri.
Ciao Serena, ti ringrazio! E’ stata un’esperienza faticosa, ma sono felicissima di averla fatta. Spero che altre mamme ne traggano ispirazione e non si fermino davanti a quelle che in realtà non sono reali difficoltà.
Eccomi, sono riuscita a leggere il post (ci siamo scritte su IG, @Rome4Children)
Che dire… sei tosta! Anche io amo viaggiare, ma non credo avrei mai fatto un’esperienza del genere, anzi ti dico la verità non mi sarebbe nemmeno venuto in mente. Ora che i miei figli sono grandi (6 e 9) partirei volentieri con uno di loro, penso sarebbe bellissimo.
Bel blog, sono felice di averlo scoperto
Ciao Valentina, ti ringrazio per essere venuta fino a qui a leggere l’articolo! Ti dico la verità: spero di farne altri di viaggi così, anche con tutti e due i bambini (l’altro ha 4 anni) è una gran fatica, ma mi ha dato tantissime soddisfazioni.
Capire di riuscire a cavarmela da sola, mentre sto facendo la cosa che più amo al mondo, mi ha dato tantissima sicurezza. Sono tornata a casa stanchissima, ma davvero felice.
Ci si vede su IG 🙂
Ciao Anna, articolo interessante e di spunto per mamme che si preoccupano troppo! Anche io come te faccio molti viaggi e avventure da sola o con mio marito insieme a mio figlio di 2 anni, sia all’estero (Capo Verde, Oman, EAU, ecc) che in Italia e mi sono sempre trovata bene. Quando faccio le vacanze solo con Leonardo la viviamo sempre come un’avventura ed è davvero emozionante!
Se si ama viaggiare, non c’è alcun motivo di fermarsi. I bambini non sono un limite alle nostre passione, mai! Brava, grazie per il messaggio che passi, spero sia utile a molte!
Ciao Sara, sono felice di sentire che ci siano altre mamme che non si spaventano di fronte ad un viaggio da sole con i propri figli! Grazie a te per il tuo commento.