Il ghetto ebraico di Roma: storia, strani negozi e pasticcerie deliziose

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Pur vivendo a Roma da ormai sette anni, ci sono ancora delle zone della città che conosco poco. Questo è certamente uno degli aspetti che amo di più del vivere qui: le cose da scoprire non finiscono mai.
In questi giorni sono andata a visitare il ghetto ebraico,
 un’area molto caratteristica della città. Devo ammettere di esserci passata solo alcune volte prima, ma senza prestarci particolare attenzione, ma dopo un paio di passeggiate solitarie per le vie del quartiere, mi sono resa conto della bellezza di questa zona. Il ghetto ebraico di Roma è assolutamente da vedere.

Il ghetto di Roma è (tristemente) uno dei più antichi del mondo, sorto nel 1555 pochi anni dopo quello di Venezia. Non mi voglio dilungare sui particolari storici (se vi interessa avere maggiori informazioni potete trovare tutto qui) perchè mi interessa soprattutto raccontarvi com’è oggi questa zona. Quello che c’è da sapere è che originariamente l’area del ghetto era molto più piccola rispetto a quella di oggi e soprattutto molte delle vie e delle case che esistevano in antichità, oggi non ci sono più. Infatti duranti le opere di risanamento e di costruzione degli argini del Tevere, avvenute a fine ‘800, gran parte del vecchio ghetto fu demolito.

Rimane comunque un’area abbastanza ristretta anche oggi, che si può visitare tranquillamente in poche ore. Ecco da dove iniziare.

Via del Portico d’Ottavia

La via principale è Via del Portico d’Ottavia, una strada piena di ristoranti, bar e negozi che da subito la sensazione di trovarsi in una zona molto vivace.

Ghetto ebraico di Roma: Via del Portico d'Ottavia

Arrivando da via Arenula non si può non notare sulla sinistra la bellissima facciata di una casa con una lunga iscrizione latina. Questa era la casa di Lorenzo Manilio che nel 1468 costruì la sua dimora qui e decise di abbellirla con decorazioni classiche. La scritta è un tributo a Roma e al suo antico splendore e riporta la data di costruzione dell’edificio.

Ghetto ebraico di Roma: Casa di Lorenzo Manilio

Continuando a passeggiare lungo la via si arriva al Portico d’Ottavia: un monumento romano costruito nel 146 a.C. Negli anni successivi venne ristrutturato ed ampliato varie volte e i resti che si vedono oggi risalgono per lo più al 203 d.C. In età medievale, fino alla fine del 1800 qui c’era l’area della Pescheria, il principale mercato del pesce della città.

Mangiare

Il motivo principale per cui i romani e i turisti si recano al ghetto ebraico di Roma è il cibo. La densità di ristoranti, caffè, pasticcerie è infatti incredibile.

Tra i ristoranti di cucina giudaico-romanesca e le pasticcerie Kosher c’è solo l’imbarazzo della scelta e non vi dimenticate di fermarvi nell’unica pasticceria austriaca di Roma: Dolceroma. Qui si può assaggiare un’ottima Sacher o uno strudel o comprare un brezeln.

Ghetto ebraico di Roma: pasticceria austriaca Dolceroma

Negozi particolari

Vi capiterà di imbattervi in alcuni negozi molto particolari. Per esempio La Casa di Frida dove comprare oggetti messicani di tutti i tipi. Manufatti preziosi, mobili, oggetti artigianali, gioielli, tutti provenienti dal Messico.

Ghetto ebraico di Roma: la Casa di Frida il negozio di souvenir messicani

C’è poi il museo del louvre (scritto in minuscolo mi raccomando) un luogo che sfugge alle definizioni, un po’ libreria antiquaria, un po’ galleria d’arte e un po’ archivio fotografico. Una collezione di oggetti del Novecento tra cui fotografie, poster originali, libri, riviste d’arte, cartoline, ma anche un’esposizione di opere d’arte. Un posto decisamente curioso dove vale la pena affacciarsi.

Ghetto ebraico di Roma: il piccolo museo del louvre

Passeggiare nelle vie e nei vicoli

La cosa migliore che da fare una volta arrivati al ghetto, è semplicemente quella di passeggiare lungo le vie e i vicoli molti dei quali pedonali. Per esempio Via della Reginella una delle più suggestive che vi porterà dritti a Piazza Mattei dove si trova la famosa Fontana delle Tartarughe. E poi Via di Sant’Angelo in Pescheria e Via della Tribuna di Campitelli che si trovano proprio dietro al Portico d’Ottavia.

La vista sull’Isola Tiberina

Infine andando via, affacciatevi sul Tevere: proprio di fronte al ghetto c’è l’Isola Tiberina. Questo in antichità era considerato uno dei confini del ghetto, oggi invece offre una bellissima vista sul Tevere e sull’Isola.

Ghetto ebraico di Roma: la vista sull'Isola Tiberina

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