Le Dolomiti sono uno dei luoghi più speciali dell’Italia. Sono il posto perfetto per gli sport invernali sulla neve e in estate si trasformano in un piccolo paradiso terrestre per lunghe passeggiate ed escursioni. Quello che forse non sapete, è che da queste parti ci sono alcune delle piste ciclabili più belle del nostro paese. Una di queste è la Lunga Via delle Dolomiti (o Ciclabile delle Dolomiti): un percorso lungo in tutto 60 km, immerso nella natura più incredibile e che regala panorami indimenticabili.
La Ciclabile delle Dolomiti parte da Calalzo di Cadore e arriva fino a Dobbiaco. Il percorso si snoda lungo l’ex ferrovia ed è in parte su strada asfaltata e in parte su strada sterrata. La pendenza è sempre minima, motivo per cui si tratta di una ciclabile adatta a tutti, anche ai meno allenati. Lungo la via passerete in mezzo ai paesi di montagna, vedrete il Monte Pelmo, il Monte Antelao, le Cinque Torri, le Tofane, le Tre Cime di Lavaredo. Passerete in mezzo al Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo. Vi specchierete nelle acque di piccoli e grandi laghi. Vi capiterà di incontrare ciclisti di tutti i tipi: alle prime armi come voi, con cui vi scambierete sguardi di soddisfazione lungo la strada, oppure esperti, che alla loro centesima esperienza su queste strade, saranno pronti ad aiutarvi e a darvi tutti i consigli che chiedete.
Percorrere la Ciclabile delle Dolomiti, che sia su una mountain bike classica o su una e-bike vi costerà fatica e sudore, ma la soddisfazione sarà tanta e il piacere di andare in bici in mezzo alla natura sarà impagabile. Il percorso è lungo, potete decidere se farlo tutto, farne solo una parte, farlo a tappe oppure farlo solo all’andata e usare i mezzi al ritorno.
La nostra esperienza con i bambini sulla Lunga Via delle Dolomiti
Chi l’avrebbe detto che saremmo veramente riusciti in un’impresa così. Forse a chi è abituato a fare attività sportiva, non sembrerà qualcosa di tanto epico. Ma per noi, con zero allenamento alle spalle e nessuna esperienza di questo tipo fatta prima, lo è stato.
Partiamo dall’inizio. Dopo qualche indugio sull’effettiva fattibilità assieme ai bambini della Lunga Via delle Dolomiti, decidiamo che il tratto che da fare è quello da Cortina d’Ampezzo a Dobbiaco, andata e ritorno per un totale di 60 km (30 all’andata e 30 al ritorno).
Ci informiamo in vari negozi nei dintorni e finalmente troviamo quello che fa per noi. Decidiamo di noleggiare due bici elettriche con due rimorchi per trasportare i bambini. Bernardo ha 5 anni e siamo sicuri che per lui sarà un bella avventura. Carolina ha 19 mesi e su di lei nutriamo qualche preoccupazione in più. Il giorno prescelto per la nostra impresa è domenica, non ci resta che aspettare e vedere come andrà.
L’andata: 30 km da Cortina a Dobbiaco
Una volta arrivati al negozio la domenica mattina, ci rendiamo conto che l’iter per avere le nostre bici è più lungo del previsto. I ragazzi che le noleggiano sono molto disponibili e ad ogni persona, spiegano per filo e per segno come funzionano le e-bike e rispondono a tutte le domande dando consigli sui percorsi da fare. Finalmente arriva il nostro turno, i carrellini vengono sistemati davanti ai nostri occhi e attaccati alle bici, ci facciamo dare due caschetti per noi adulti e dei sellini imbottiti e finalmente siamo pronti alla partenza.
Il ragazzo che ci consegna le bici ci indica la strada da fare per raggiungere la ciclabile, meno di 100 metri su per una salita un po’ ripida e poco trafficata ed eccoci arrivati. Sono le 10.40 del mattino, i bambini sembrano tranquilli e felici dentro ai loro trasportini e noi siamo pronti per affrontare l’avventura.
Nessuno di noi due è allenato, io saranno circa 10 anni che non monto su una bicicletta e per giunta è anche la prima volta che ne uso una elettrica. La prima impressione è che nonostante la pedalata assistita, si faccia ugualmente tanta fatica! E infatti dopo poco ci fermiamo.
Dopo neanche 20 minuti le gambe sono già indolenzite, il sedere fa piuttosto male e sorge in noi qualche dubbio: siamo sicuri che ce la faremo?
Ci guardiamo un po’ perplessi. Pensiamo che forse abbiamo fatto il passo più lungo della gamba, forse dovevamo pensarci meglio prima di lanciarci in questa impresa epica. Poi ci diciamo “mal che vada possiamo tornare indietro in qualsiasi momento” e quindi decidiamo di ripartire e di fare quel che riusciamo.
Il primo tratto della Ciclabile delle Dolomiti è su strada asfaltata. La salita è lieve ma costante. Dopo poco iniziamo a prenderci gusto e il breve momento di sconforto iniziale svanisce. Passiamo davanti all’ex stazione di Fiames, la pista ciclabile asfaltata ha lasciato ormai spazio alla strada sterrata. Non si vedono più abitazioni e la vegetazione attorno a noi è diventata più fitta.
Dopo un po’ passiamo nei tunnel scavati nella roccia. Il primo lungo circa 100 metri e illuminato, il secondo più breve e senza illuminazione. A questo punto facciamo la prima pausa.
Tutti giù dalle bici e fuori dai carrellini. Ci troviamo sul ponte di ferro della vecchia ferrovia. Qui la Lunga Via delle Dolomiti passa nel cuore del Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo. I bambini fanno merenda e noi ci rendiamo conto guardano la mappa di essere a circa 1/4 del percorso. E’ ora di ripartire. I bambini sono ben felici di rimettersi comodi nei loro carrellini, per loro è quasi un gioco. Se ne stanno li chiusi come in delle piccole capanne a guardare il paesaggio passargli davanti.
La Ciclabile delle Dolomiti prosegue con la sua lieve salita. Le nostre bici elettriche ci aiutano ad andare un po’ più veloci, ma non essendo esperti abbiamo anche paura che la batteria non duri abbastanza, quindi lungo tutto il tragitto dell’andata stiamo attenti a dosare la potenza.
Si passa per Ospitale, dove troviamo la vecchia stazione e poco dopo il rifugio con ristorante. Più avanti ci sono due piccoli laghetti dove ci fermiamo nuovamente per una breve pausa. Carolina è più brava del previsto, ma ogni tanto si lamenta. Ormai siamo sulle bici da due ore e giustamente inizia un po’ a scalpitare. Quindi altra piccola pausa.
Ripartiamo dopo poco, ma la nostra pedalata viene fermata per qualche minuto da un paio di mucche che passeggiano sulla ciclabile. Dopo averle salutate arriviamo finalmente al Passo Cimabanche, il punto più alto della Lunga Via delle Dolomiti. Siamo a 1529 metri qui volendo ci si può fermare a mangiare, ma noi proseguiamo dritti verso la nostra meta, consci del fatto che la strada è ancora lunga.
Dal Veneto passiamo All’Alto Adige. La salita che ci ha accompagnati fino a qui finisce ed inizia la discesa, altrettanto lieve, ma estremamente piacevole.
Da totale inesperta non avevo idea che dal Passo Cimabanche fino a Dobbiaco la pista ciclabile sarebbe stata completamente in discesa, ma sopratutto non sapevo che avrei praticamente smesso di fare fatica.
Forse proprio grazie alla mia ignoranza, sono stata improvvisamente pervasa da uno stato di euforia, tanto da lanciarmi in una corsa, forse un po’ troppo veloce per avere un carrellino al seguito, fino al Lago di Landro.
Sono le 13.30 e siamo oltre la metà del percorso. Dopo l’ultima sosta per ammirare l’acqua color verde smeraldo del Lago di Landro ci buttiamo a capofitto nell’ultimo tratto di pista ciclabile. Dopo circa 1 km si apre sulla destra la meravigliosa vista panoramica delle Tre Cime di Lavaredo. Rimango un po’ indietro per fare una foto e per ammirare questa meraviglia della natura.
Per raggiungere Cosimo e Bernardo mi rimetto subito in pista, ma forse con un po’ troppo slancio.
La bici scivola sulla ghiaia e io con lei. Il mio primo pensiero è stato “oddio il carrellino si sarà ribaltato e Carolina si sarà fatta male”.
Un paio di persone corrono in mio aiuto, ma per fortuna è tutto a posto. Io mi sono sbucciata il ginocchio, ma il carrellino non si è mosso di un centimetro. Dopo aver constatato che se la bici cade, il carrellino con dentro il bambini no, mi rimetto in marcia un po’ più tranquilla e raggiungo la bici di Cosimo.
Siamo vicini alla meta, ma un altro imprevisto ci aspetta sulla strada. Una segnaletica poco chiara dichiara che la Ciclabile delle Dolomiti si interrompe. Non ci sono informazioni, solo un segnale di divieto. Continuiamo il percorso, assieme ad un paio di altri ciclisti e dopo poco capiamo: un piccolo ponte di pietra crollato ci impedisce di continuare! Questo ci obbliga a percorrere circa 1 km sulla strada statale assieme alle macchine per poi tornare sulla ciclabile.
Ripresa la ciclabile, dopo poco, quasi come un miraggio, appare davanti a noi il lago di Dobbiaco. Esultiamo e siamo quasi increduli per essere finalmente arrivati. Sono le 14 in punto, ora ci aspettano un buon pranzo e un paio d’ore di riposo.
Il ritorno: dove trovare le forze per fare altri 30 km?
Forse potevamo fermarci qui. Per essere la nostra prima impresa su bici potevamo accontentarci di 30 km e tornarcene a casa con il pullman. E invece no, abbiamo deciso di fare le cose in grande e così ci siamo fatti coraggio e alle 16.40 dopo un pasto abbondante, un po’ di riposo per noi e tanti giochi sul prato per i bambini, ci siamo rimessi in marcia.
Durante la usa pranzo abbiamo ricaricato la batteria delle bici. All’andata ne avevamo consumata circa metà, cercando di dosare sempre la potenza, ma a saperlo si sarebbe potuta usare anche al massimo delle sue prestazioni. E infatti per il ritorno, decidiamo di fare il primo tratto di salita sfruttando il turbo.
La cosa positiva è che al ritorno si parte in salita come all’andata, ma la tratta in salita è leggermente più breve. A questo punto temo molto che i bambini non abbiano più la pazienza di stare altre ore nei loro carrellini. Per fortuna Carolina di addormenta, anche se la cosa durerà davvero poco. Bernardo invece tira fuori un libro.
Vi dico la verità: siamo stanchi e i muscoli sono indolenziti. Fosse solo questo non sarei tanto preoccupata.
Personalmente il mio problema più grande arrivati fin qui è il dolore al sedere. I sellini delle bici sono infernali.
I nostri hanno un copri sellino in gel che teoricamente dovrebbe rendere la seduta più confortevole, ma nulla da fare. Stare seduti è quasi impossibile e il primo tratto in salita diventa davvero duro da fare.
Io stringo i denti e decidiamo di andare avanti veloci. Meno pause dell’andata. Ormai è pomeriggio inoltrato, il sole è basso. Sulla Ciclabile delle Dolomiti si incontrano poche persone. Soprattutto dobbiamo arrivare in tempo a Cortina per riconsegnare le bici prima della chiusura del negozio. Facciamo qualche breve sosta. Di nuovo il Lago di Landro, ancora più bello che all’andata nella luce del pomeriggio. E poi il Passo Cimabanche per una merenda veloce per i bambini. I panorami al ritorno sono ancora più speciali.
Finalmente comincia la discesa e corriamo senza sosta a ritroso lungo la ciclabile. Non c’è più nessuno, incontriamo qualche mucca appisolata sui prati, ma la presenza umana è ormai nulla. Ci lasciamo alle spalle la strada sterrata e ben presto ci ritroviamo vicini a Cortina sulla ciclabile asfaltata. Arriviamo al negozio per riconsegnare le bici alle 19.20 giusto in tempo.
I ragazzi del negozio ci guardano un po’ stupiti e ci chiedono se siamo arrivati fino a Dobbiaco. Il nostro si è pieno di orgoglio e capiamo che quella domenica mattina quando siamo arrivati da loro probabilmente ci davano per spacciati dopo pochi chilometri.
Ancora non ci crediamo di aver fatto 60 km in bici. Finalmente possiamo tornare a casa stanchi morti ma con due bambini ancora pieni di energie che non comprendono bene il motivo di tanta stanchezza. Per fortuna è sera e l’ora di mettere i bambini a letto non è poi così lontana.
Consigli per fare la Ciclabile delle Dolomiti con i bambini
Bambini nei carrellini? Sui seggiolini? O con le loro bici? Ognuno deve capire quale sia l’opzione migliore per percorrere la Lunga Via delle Dolomiti con i proprio figli.
I carrellini: meglio singoli o doppi?
Noi abbiamo subito optano per i carrellini perché ci sembrava la soluzione migliore per le nostre esigenze.
La scelta era tra 2 carrellini singoli oppure uno doppio da attaccare ad una sola bici. Se dovete trasportare più bambini, vi consiglio sempre di optare per quello singolo e vi spiego perchè:
- nel carrellino doppio due bambini stanno un po’ stretti, i bambini riescono a malapena a muoversi e la convivenza per lunghi tratti di pista ciclabile può diventare difficile.
- il carrellino doppio è più largo del singolo e questo comporta più pericolo di urtare ostacoli e potenzialmente di ribaltarlo.
- due bambini assieme sono molto più pesanti, se possibile molto meglio dividere il peso, altrimenti sarà davvero faticoso pedalare.
Sono convinta che se avessimo scelto il carrellino doppio per trasportare entrambi i bambini, l’esperienza si sarebbe rivelata tragica! Per fortuna abbiamo scelto di prenderne due. Il modello che ci è stato dato è il Carriot Lite 2 della Thule. Ve lo segnalo perché mi è sembrato davvero un buon prodotto. Oltretutto ogni rimorchio è dotato di maniglione, e per necessità può essere staccato dalla bici e trasformato in passeggino!
Se vi chiedete se ci sia differenza tra l’andare in bici con o senza carrellino ve lo dico subito: la differenza è enorme! Da soli abbiamo solo il nostro peso sulla bici, mentre con un carrellino più un bambino attaccati alla bici bisogna trainare circa 20/30 kg in più (a seconda del peso del bambino). Quindi è ovvio che si faccia più fatica rispetto ad andare in bici da soli.
Sul seggiolino
La seconda opzione è quella di prendere un seggiolino da mettere dietro alla bici. Assolutamente fattibile, ma per quel che mi riguarda, dovendo fare molti km, ho trovato questa ipotesi più pericolosa e scomoda. In un’ipotetica caduta il bambino cadrebbe a terra assieme a voi, inoltre il carrellino offre anche una protezione dal sole, dal vento, dagli insetti. L’aspetto positivo del seggiolino è che si trasporta meno peso, quindi si fa un po’ meno fatica.
Bambini con la propria bici
Per quel che riguarda l’ipotesi di far pedalare direttamente i bambini, questo dipende dal loro allenamento e dalla loro predisposizione. Alcune persone mi hanno chiesto se secondo me sia fattibile. La mia risposta è questa: 60 km mi sembrano tanti per un bambino (ma ripeto ognuno conosce le capacità e i limiti dei propri figli). Sicuramente può essere un’idea farne solo una parte, oppure farla a tappe fermandosi a dormire o ancora fare la ciclabile solo all’andata e al ritorno usare un pullman.
Qualunque opzione scegliate in generale vi consiglio di preventivare varie soste. Di portare con voi merende e acqua in abbondanza. Eventualmente di portare anche qualche passatempo se i bambini. A Bernardo abbiamo preparato uno zainetto con dentro la sua macchina fotografica, il binocolo e un libro di illustrazioni e indovinelli da poter vedere da solo. A Carolina sono bastati la sua bambola e un paio di ciucci.
Consigli generali
La Ciclabile delle Dolomiti è ben segnata e facile da seguire da qualunque punto deciderete di prenderla. Sostanzialmente si tratta di un percorso che prosegue sempre dritto senza deviazioni.
- Si può fare indifferentemente da entrambi i lati, ma tenete presente che da Calalzo di Cadore al Passo Cimabanche è in salita per 45 km e che dal Passo Cimabanche a Dobbiaco è in discesa per i restanti 15 km. Ne consegue che se volete farla solo in un verso vi converrebbe partire da Dobbiaco per arrivare a Calalzo. Nel tratto che abbiamo fatto noi (Cortina-Dobbiaco) il rapporto tra salita e discesa è praticamente pari, quindi abbiamo fatto sia all’andata che al ritorno prima una parte in salita e poi una in discesa.
- Per quel che riguarda i tempi di percorrenza, posso dirvi che dipendono molto dalle capacità fisiche di ognuno. Noi siamo stati abbastanza lenti, ma con i bambini è inevitabile. Ci siamo fermati tante volte per strada per farli riposare e fare merenda.
All’andata ci abbiamo impiegato 3.30 mentre al ritorno 2.40. Sicuramente da soli si va più spediti e probabilmente ci si mette la metà del tempo. - Sulla scelta della bici, sono convinta che chi è allenato, possa tranquillamente farla anche con una mountain bike tradizionale, ma sono altrettanto sicura che sia quasi impossibile farla senza una bici elettrica se avete i rimorchi per i bambini. I carrellini (più i bambini) pesano e diventerebbe davvero faticoso in salita. In generale la Lunga Via delle Dolomiti è una pista ciclabile adatta a tutti e lo dice una che l’ha fatta con zero allenamento alle spalle.
Sicuramente la bici elettrica aiuta, ma non crediate di non fare fatica! L’idea che mi sono fatta è che le e-bike facciano andare più veloci, ma non ti risparmino più di tanto la fatica, anche perché loro non vanno avanti da sole, se non pedali, stanno ferme. - Lungo tutta la ciclabile ci sono alcuni punti di assistenza e di ristoro dove fermarsi a mangiare, a bere, a caricare la batteria della bici se necessario. A tal proposito ricordatevi di chiedere al negozio in cui noleggiate le bici un caricabatterie. Se intendete fare la ciclabile durante il periodo di alta stagione, il consiglio è di prenotare le bici con un certo anticipo, sopratutto nei weekend, così come se volete fermarvi a mangiare o a dormire lungo la strada.
Informazioni tecniche sulla Ciclabile delle Dolomiti
Lunghezza totale: 60km solo andata (da Calalzo di Cadore a Dobbiaco)
Durata: variabile (circa 3/6 ore solo andata)
Altitudine massima: 1529 m
Servizio TrenoBus: Dolomiti Bus
Breve storia della Ciclabile delle Dolomiti
La Ciclabile delle Dolomiti si snoda per circa l’80% del suo percorso, lungo l’ex ferrovia.
La ferrovia fu costruita durante la Prima Guerra Mondiale per portare i rifornimenti ai soldati. Gia durante l’Ottocento si sentì la necessità di creare una linea di trasporti che collegasse i vari paesi da Calalzo a Dobbiacco, ma nonostante numerosi progetti, nulla di concreto venne fatto fino allo scoppio della Grande Guerra.
Finita la guerra, la ferrovia visse degli anni di declino a causa della scarsa manutenzione e solo nel 1921, finalmente la linea venne attivata per uso civile. Nel corso degli anni la ferrovia viene via via migliorata fino a passare nel 1929 dai treni a vapore a treni a trazione elettrica.
Quando la linea era a vapore ci impiegava circa 4 ore per percorrere il tratto da Calalzo a Dobbiaco. Passando ai treni elettrici, il tempo di percorrenza divenne di 1 ora e 55 minuti.
Il periodo di maggior splendore della ferrovia delle Dolomiti si ebbe nel 1956 durante i giochi olimpici. A quei tempi i treni portavano fino a 7000 passeggeri al giorno. Ma finiti i giochi arrivò l’inevitabile declino e la ferrovia, dopo un grave incidente avvenuto nel 1960, venne definitivamente chiusa nel 1964.
Bisogna aspettare l’inizio degli anni 2000 per la nascita della ciclabile che viene inaugurata a tratti dal 2003 al 2009.
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